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Direttiva Sperimentazione Animale

Iter di recepimento della direttiva 2010\63\EU...

Direttiva EU su sperimentazione animale

Vorremmo informare circa l'inquietante iter della Direttiva EU nel suo recepimento da parte dello Stato Italiano, iter che riflette l'anomalia italiana nel quadro europeo della Ricerca biomedica.

 

Marzo 2022 - approvazione del Ministero alle norme c.d. "sulla formazione": vai alla pagina dedicata al nuovo decreto direttoriale operativo sulla formazione continua degli staff attivi in ambito di Sperimentazione Animale.

  I difetti della normativa, erano ben evidenti sin dal 2014. Leggi qui sotto le critiche formulate a partire da allora.

 


 (contenuti in fondo)



 Da non credere, lo sapevate? Frown In tutto il territorio della Repubblica di San Marino, è vietato l'utilizzo di animali a fini scientifici o tecnologici. Legge sammarinese 3 ottobre 2007 n° 108 - APAS

 


 

31 LUGLIO 2013 - Approvata la delega al Governo per il recepimento in Italia della Direttiva U.E. sulla Sperimentazione Animale.

MARZO 2014 - decreto legislativo numero 26 sugli 'animali usati a fini sperimentali' - completato il recepimento, a costo di non rispettare in pieno la normativa UE.

 


Documentiamo le difficoltà di Ricerca biomedica!

.Pagina Dedicata all'Iter di Recepimento - CONTENUTI.

Direttiva EU - sperimentazione animale

materiale reperito con il contibuto di A. Vitale, esperto di Benessere negli animali da esperimento 

SPERIMENTAZIONE ANIMALE: LE RAGIONI DEGLI SCIENZIATI E DEI PAZIENTI - PARERE PRO VERITATE SULLA LEGGE DI DELEGAZIONE EUROPEA

Un incontro si è svolto giovedì 19 settembre alle ore 8.30 presso gli uffici del Senato. Questa Audizione convocata dal Presidente della XIV Commissione Politiche europee del Senato, sen. Vannino Chiti, allargata a tutti i Senatori, è stata l’occasione per fornire un utile contributo al dibattito sul recepimento della direttiva europea sulla sperimentazione animale e della conformità del provvedimento al dettato europeo da parte dei pazienti e dalle maggiori organizzazioni che si occupano di ricerca in Italia.

In particolare, è stato presentato il Parere Pro Veritate sulla conformità dell’art. 13 della Legge di delegazione europea 2013" n. 96 del 6 agosto 2013 con la Direttiva n. 63/2010 del Parlamento europeo e del Consiglio del 22 settembre 2010 sulla protezione degli animali utilizzati a fini scientifici, preparato dalla Prof. Avv. Paola Puoti, Associato di Diritto internazionale, Supplente di Diritto dell’Unione europea, Università “G. D’Annunzio”, Chieti – Pescara.

“Centinaia di migliaia di persone, solo nel nostro Paese, affidano alla ricerca biomedicale le loro speranze e il loro futuro – affermano con forza le Associazioni e gli Istituti di ricerca – le Istituzioni devono tenerne conto. Al Presidente Chiti e agli altri Senatori ricorderemo con la viva voce dei pazienti e degli scienziati, i successi raggiunti dalla ricerca e i rischi che corre il nostro Paese se la normativa sulla sperimentazione animale non seguirà le indicazioni dell’Unione Europea.” “Siamo quindi in attesa di incontrare al più presto il Ministro della Salute, on. Beatrice Lorenzin, per farle sentire le ragioni dei pazienti.”

 


 

Il testo approvato il 31 LUGLIO 2013 (A.C. 1326) viola i vincoli imposti dall'Europa e introduce (VEDI SOTTO) limitazioni ancora più restrittive, cosa esplicitamente vietata dalla direttiva europea, rischiando di mettere in ginocchio il settore della ricerca biomedica. Sappiamo bene che la ricerca biomedica rappresenta una speranza per una migliore qualità di vita del malato, oltre a rappresentare una grande occasione di crescita e di lavoro qualificato per migliaia di giovani ricercatori, altrimenti costretti a mettere a frutto altrove le competenze acquisite in Italia.

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Il testo originale della direttiva EU è stato ottenuto dal confronto tra scienziati e animalisti, e rappresenta il giusto compromesso tra le necessità della ricerca e il benessere animale. Facciamo il punto della situazione: quali sono invece le criticità della nuova legge Italiana?

1. Si rendono obbligatorie anestesia o analgesia per procedure anche banali, quali un prelievo di sangue o una semplice iniezione.

2. Viene introdotto il divieto di allevamento di cani, gatti e primati non umani sul territorio nazionale. Non essendo vietata la Sperimentazione, questi animali dovranno compiere lunghi viaggi per raggiungere il nostro Paese, aumentando lo stress degli stessi ed i costi.

3. Sono vietati gli xenotrapianti, le ricerche sulle sostanze d'abuso e le esercitazioni didattiche con gli animali nella maggior parte degli indirizzi universitari. Viene in questo modo negata la scelta della miglior terapia per il paziente valvulopatico (obbligando il medico all'utilizzo della valvola meccanica in tutti i casi), viene ostacolata la ricerca di terapie contro il cancro
e contro le dipendenze patologiche, si formano dei professionisti (medici e biologi) impreparati e non competitivi a livello europeo.
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Partecipa anche tu alla manifestazione “Non c’è Futuro senza Ricerca” contro gli emendamenti sulla Sperimentazione Animale:
via Colonna Antonina (Montecitorio), Roma
15.30-18.30, 19 settembre 2013
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Link all'evento facebook; Link alla locandina provvisoria; Link al manifesto, da stampare ed appendere in laboratorio.
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31 LUGLIO 2013 !
Montecitorio approva la legge di delegazione europea (A.C. 1326)
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Oltre ad una delega per l’attuazione di direttive E.U., tale provvedimento detta specifici princìpi e criteri direttivi per l’attuazione della direttiva 2010/63/UE
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Vediamoli nel particolare:
1. Nell’esercizio della delega per l’attuazione della direttiva 2010/63/UE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 22 settembre 2010, sulla protezione degli animali utilizzati a fini scientifici, il Governo è tenuto a seguire, oltre ai princìpi e criteri direttivi di cui all’articolo 1, comma 1, anche i seguenti princìpi e criteri direttivi specifici:
a) orientare la ricerca all’impiego di metodi alternativi;
b) vietare l’utilizzo di primati, cani, gatti ed esemplari di specie in via d’estinzione a meno che non si tratti di ricerche finalizzate alla salute dell’uomo o delle specie coinvolte, condotte in conformità ai princìpi della direttiva 2010/63/UE, previa autorizzazione del Ministero della salute, sentito il Consiglio superiore di sanità;
c) considerare la necessità di sottoporre ad altre sperimentazioni un animale che sia già stato utilizzato in una procedura, fino a quelle in cui l’effettiva gravità delle procedure precedenti era classificata come « moderata » e quella successiva appartenga allo stesso livello di dolore o sia classificata come « lieve » o « non risveglio», ai sensi dell’articolo 16 della direttiva 2010/63/UE;
d) vietare gli esperimenti e le procedure che non prevedono anestesia o analgesia, qualora esse comportino dolore all’animale, ad eccezione dei casi di sperimentazione di anestetici o di analgesici;
e) stabilire che la generazione di ceppi di animali geneticamente modificati deve tener conto della valutazione del rapporto tra danno e beneficio, dell’effettiva necessità della manipolazione e del possibile impatto che potrebbe avere sul benessere degli animali, valutando i potenziali rischi per la salute umana e animale e per l'ambiente;
f) vietare l’utilizzo di animali per gli esperimenti bellici, per gli xenotrapianti e per le ricerche su sostanze d’abuso, negli ambiti sperimentali e di esercitazioni didattiche ad eccezione della formazione universitaria in medicina veterinaria e dell’alta formazione dei medici e dei veterinari;
g) vietare l’allevamento nel territorio nazionale di cani, gatti e primati non umani destinati alla sperimentazione;
h) definire un quadro sanzionatorio appropriato e tale da risultare effettivo, proporzionato e dissuasivo, anche tenendo conto del titolo IX-bis del libro II del codice penale;
i) sviluppare approcci alternativi idonei a fornire lo stesso livello o un livello superiore di informazioni rispetto a quello ottenuto nelle procedure che usano animali, ma che non prevedono l’uso di animali o utilizzano un numero minore di animali o comportano procedure meno dolorose, nel limite delle risorse finanziarie derivanti dall’applicazione del criterio di cui alla lettera h), accertate e iscritte in bilancio;
l) destinare annualmente una quota nell’ambito di fondi nazionali ed europei finalizzati alla ricerca per lo sviluppo e la convalida di metodi sostitutivi, compatibilmente con gli impegni già assunti a legislazione vigente, a corsi periodici di formazione e aggiornamento per gli operatori degli stabilimenti autorizzati, nonché adottare tutte le misure ritenute opportune al fine di incoraggiare la ricerca in questo settore con l’obbligo per l’autorità competente di comunicare, tramite la banca dei dati nazionali, il recepimento dei metodi alternativi e sostitutivi.


 


 

 LUGLIO 2013 - E' favorevole il parere della XII Commissione sui criteri di recepimento. Ma a patto di rispettare la normativa UE.

La commissione (Affari sociali) ha concluso l'esame della legge di delegazione europea 2013 approvando una relazione che sull'uso di animali a fini scientifici (articolo 13) impone al Governo di conformarsi alle norme comunitarie. Trascorso il termine entro il quale l'Italia era autorizzata a modificare la Direttiva 2010/63 con misure più restrittive, il Parlamento può recepirla individuando principi e criteri che non potranno alterare i contenuti del dettato europeo.
La Commissione XII, "rilevata la presenza di profili problematici connessi soprattutto all'articolo 13", che riguardano principalmente il divieto di esperimenti e di procedure che non prevedono anestesia o analgesia qualora esse comportino dolore all'animale e il divieto di utilizzo degli animali per gli xenotrapianti e per le ricerche su sostanze d'abuso. In particolare, "sono state espresse forti preoccupazioni in relazione ai richiamati divieti, in quanto vi è il timore che essi finiscano per compromettere la continuazione in Italia della ricerca di base, biomedica e applicata e delle sue applicazioni cliniche già ampiamente presenti nella pratica attuale, determinando peraltro condizioni di rischio di infrazione in quanto appaiono misure «più rigorose» di quelle previste dalla citata direttiva, e pertanto espressamente vietate dall'articolo 2 della direttiva medesima".
Per concludere in tempi rapidi l'approvazione - stante la procedura d'infrazione già aperta nei confronti del nostro Paese per i ritardi del Parlamento italiano - la Commissione approva l'articolo 13 rinunciando ad emendarlo, ma considera necessario che il Governo, in sede di emanazione del decreto attuativo, si conformi alla normativa europea. Pertanto la Commissione delibera di riferire favorevolmente "facendo salva l'esigenza di prevedere che, in sede di attuazione della delega di cui all'articolo 13 del disegno di legge in titolo, il Governo si attenga all'obbligo di conformarsi alla normativa EU nell'applicazione dei principi e criteri direttivi di cui al comma 1 del medesimo articolo 13".

 


 

 Appello per la Ricerca biomedica, 16 maggio 2012

(preparato da Roberto Caminiti dell’Università Sapienza, Gemma Perretta dell'Enea/CNR, Augusto Vitale dell’ISS, e Giuliano Grignaschi del Mario Negri).

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 Firmato da alcune società scientifiche, ed inviato a tutti i capigruppo del Senato e ai componenti della Commissione 14° Politiche Europee, chiede la modifica dell’articolo 14 della legge comunitaria. Se esso venisse approvato, non solo metterebbe a rischio il recepimento da parte dell’Italia della nuova Direttiva EU sulla sperimentazione animale, ma introdurrebbe -purtroppo- limiti significativi all’uso di animali nella sperimentazione. La situazione in Senato è purtroppo molto difficile, e non è detto che ce la si faccia a modificare l’articolo. Emendamenti all’articolo saranno presentati sicuramente dal Senatore Ignazio Marino, ma la pressione delle Associazioni animaliste (gonfiata dai mezzi di informazione) ha avuto effetti devastanti, con il paradossale risultato che anche quelli che sono dalla nostra parte preferiscano rischiare di mandare l’Italia in procedura d’infrazione sul recepimento della nuova Direttiva, piuttosto che esporsi al massacro mediatico quali torturatori e vivisettori.

Purtroppo anche stavolta la comunità scientifica non si è mossa in tempo, per sottovalutazione del problema ma anche per presunzione: occorrono voci diversificate ed autorevoli che da un lato esercitino pressione sui nostri rappresentanti in Parlamento (ci sono state decine di email animaliste inviate ogni giorno ai senatori a fronte del nulla da parte dei ricercatori), dall’altra trovino spazio sui mezzi di informazione per spiegare all’opinione pubblica - con pacatezza e senza estremismi - quanto è determinante l’impiego degli animali nella ricerca biomedica, e quanto la nuova direttiva europea garantisca sempre di più il benessere degli animali e la riduzione della loro sofferenza.

Qualunque sia l’esito del voto del Senato dobbiamo continuare questa battaglia culturale e di civiltà. Per questo appello dobbiamo cercare altre adesioni, e arrivare alla sua pubblicazione sui giornali. Inviatelo ad altri colleghi ricercatori perché siano informati. Abbiamo bisogno di mobilitazione per difendere la buona ricerca scientifica nel nostro frastornato Paese.

 


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